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Abruzzo neve è un
sito amatoriale creato per avere a portata di mano i link più
importanti del mondo della neve abruzzese.... |
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.:Mercatino
dell'Usato:. |
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Vendo:
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Caratteristiche tecniche:
3 ganci più fascia velcro
Canting laterale (personalizzazione inclinazione laterale dello
scarpone)
Suola vibram
Maccanismo SKI/WALK
Scarpetta interna regolabile con lacci
Misura: 45.5 (equivale a 30 mondopoint)
Lo scarpone è stato usato per circa 10 uscite ed e in ottime
condizioni
(suola intatta), presenta solo graffi derivati dall’uso.
Scarpone che assicura ottime prestazioni in discesa ideale per
iniziare l’
attività scialpinistica.
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.:La storia
dello Snowboard:. |
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Quella dello
Snowboard è una storia recente che ha origine negli Stati
Uniti.
Era la metà degli anni ’60 quando un gruppo di amanti
del surf da onda si resero conto cercando un’alternativa invernale
dell’affinità esistente tra le onde del mare e i pendii
innevati delle Rocky Mountains. L’origine dello snowboard
è strettamente collegata a quella del suo attrezzo, la tavola.I
primi tentativi non furono molto esaltanti, nel 1965 Sherman Popper
unendo 2 sci tra loro creò la prima tavola rudimentale, ma
la tenacia degli snowboarder portò a perfezionare le forme
dell’attrezzo fino a renderlo sufficientemente controllabile.Le
prime tavole costruite erano in legno dotate di fasce fermapiedi
simili alle strap da windsurf, sistemate in posizione molto arretrata
con una corda fissata alla punta che serviva al surfista per mantenere
l’equilibrio; in qualche caso proprio come una tavola da surf
era presente una piccola pinna. A causa della totale assenza di
lamine, queste tavole primitive potevano essere utilizzate solo
sulla neve fresca. Malgrado questo però lo snowboard cominciò
a diffondersi molto rapidamente anche grazie alle emozioni che offriva
a chi riusciva a controllare questo strumento.
BURTON, LA RIVOLUZIONE
Nuovi e rivoluzionari prototipi furono introdotti da un giovane
appassionato di surf della East Coast durante i campionati annuali
di “Snurfer” in Michigan; era il 1968 e quel giovane
era Jake Burton! Di anno in anno Burton cominciò a migliorare
le sue tavole quando nel 1977 realizza il suo sogno fondando la
prima ditta produttrice di tavole da snowboard. La prima tavola
fu prodotta in 350 pezzi venduti a 88 dollari. Insieme a Burton
un grosso contributo lo offrirono Milovich che nel 1975 inventò
la prima tavola che fletteva e Tom Sims vincitore del primo Mondiale
in Colorado nel 1981 con tavole con lamine in acciaio.
L'AFFERMAZIONE NEGLI USA E L'ARRIVO IN EUROPA
L’utilizzo di materiali sempre più sofisticati, l’introduzione
delle lamine e di attacchi sempre più affidabili portarono
lo snowboard all'affermazione definitiva negli Stati Uniti e la
conquista dell'attenzione dell’Europa. Le prime tavole si
videro nelle piste francesi, svizzere e austriache per poi diffondersi
qualche anno dopo anche in Italia. I primi snowboarder europei dichiararono
di aver conosciuto la tavola grazie a dei filmati americani visti
in TV.
LO SNOWBOARD MODERNO E LE OLIMPIADI
Lo snowboard moderno prende forma nella metà degli anni ’80
utilizzando lamine efficaci e rigide che permettevano di condurre
la tavola anche su dei terreni più duri e ripidi e di effettuare
curve molto precise. Le ditte americane Burton e Winterstick resero
disponibili le prime tavole da snowboard di serie; furono messe
anche a punto le prime tipologie di attacchi per scarponi da sci.
La consacrazione definitiva arriva con le Olimpiadi Invernali di
Nagano, in Giappone, del 1998: lo snowboard diventa finalmente disciplina
olimpica.Non senza qualche recriminazione, molti famosi riders,
come il grande Terje Haakonsen, infatti diedero forfait prendendo
posizioni ufficiali supportati anche dai loro sponsor; le cause
di questa contestazione furono le regole e l’idea che l’introduzione
della nuova disciplina fosse solo un pretesto per creare un nuovo
interesse verso le Olimpiadi che attiravano sempre meno pubblico.
La prima volta dello snowboard all’Olimpiade invernale infatti
ebbe un grandissimo successo: in quasi 10.000 giunsero in Giappone
per assistere a quelle che sono state definite le gare più
spettacolari dei giochi Olimpici Giapponesi! Proprio queste Olimpiadi
si tinsero anche di azzurro, portando a casa la prima medaglia della
storia olimpica italiana dello snowboard, grazie alla splendida
prestazione dell’altoatesino Thomas Prugger che si aggiudicò
l’argento nello Slalom Gigante.
IL POPOLO DELLO SNOWBOARD
Il popolo degli snowboarder è in costante crescita e coinvolge
sempre più persone di diverse età, in Svizzera e Austria
l’intera generazione di giovani sembrano ignorare lo sci a
favore di questa nuova disciplina con un approccio di forte entusiasmo
perché molto più vicina al loro spirito libero e innovatore.Lo
snowboard rappresenta un modo diverso di vivere la montagna, diventando
un vero e proprio stile di vita, con abitudini, abbigliamento e
idoli propri.
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.:La Storia
dello Sci Alpino:. |
Nell'ambito
non agonistico l'utilizzo degli sci risale a molti anni fa, introdotto
principalmente come mezzo di trasporto e locomozione nelle zone
nevose; per assistere alle prime gare, tuttavia, si è dovuto
attendere fino a quando, a metà dell'Ottocento, Sondre Nordheim
rivoluzionò lo sci facendone uno sport. La FIS (Federazione
Internazionale Sci) è sorta nel 1924, e le prime Olimpiadi
invernali rivolte a questo nuovo sport si sono svolte nel 1936 a
Garmisch-Partenkirchen in Germania. Ogni anno, dal 1967 in poi,
si tiene la Coppa del Mondo di sci, mentre i Campionati del Mondo
venivano svolti ogni quattro anni in alternanza con le Olimpiadi
invernali. Dal 1985 in poi, i Mondiali si svolgono ogni due anni.
In Italia lo sci è gestito dalla FISI (Federazione Italiana
Sport Invernali) che si occupa anche di tutte le discipline che
hanno a che fare con la neve e la stagione invernale.Dalla metà
degli anni settanta lo sci alpino è divenuto uno sport molto
seguito e praticato. In America e in Europa sono state costruite
numerose stazioni sciistiche attrezzate per ospitare decine di migliaia
di turisti e appassionati che, a seconda delle loro capacità
tecniche, praticano lo sci e seguono da tifosi gli eventi agonistici.
Le località montane più famose ospitano infatti gli
appuntamenti annuali della Coppa del Mondo oppure hanno talvolta
ospitato la sede delle Olimpiadi e dei Mondiali.L'evoluzione dello
sci alpino è stata sicuramente influenzata negli ultimi anni
dai progressi che la ricerca tecnologica ha ottenuto nel migliorare
le prestazioni sia di uomini che di materiali. Sia nelle discipline
veloci sia in quelle tecniche, le attrezzature, dagli sci agli attacchi
alle tute, hanno determinato cambiamenti sostanziali nella tecnica
di sciata degli atleti: ad esempio, alla fine degli anni Settanta
il passaggio dall'uso di paletti fissi per segnare le porte del
tracciato nello slalom e, in misura minore, nel gigante, ai paletti
snodati ha completamente modificato il modo di affrontare questi
passaggi, un tempo aggirati dallo sciatore e da quel momento in
poi più sbrigativamente scostati con un gesto dell'avambraccio,
con un notevole vantaggio nella scelta della traiettoria più
stretta e più veloce. Allo stesso modo, la composizione chimica
delle scioline è divenuta spesso determinante per il successo
di una gara, soprattutto nella discesa libera, dove la maggiore
o minore scorrevolezza dello sci sulla neve si concretizza in decimi
di secondo di vantaggio o di ritardo.
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.:Le Specialità dello Sci Alpino:. |
La discesa libera è sicuramente la più
spettacolare specialità presente nella rosa dello sci alpino.
I discesisti si lanciano senza alcun timore dalla partenza all'arrivo
"a uovo", ovvero in posizione raccolta, ricercando la
massima aerodinamicità: tentano di individuare le traiettorie
più brevi e incisive ai fini del tempo di gara e lasciano
correre gli sci per creare il minor attrito possibile con la neve,
raggiungendo velocità a volte superiori ai 120 km/h. Il dislivello
della pista nelle gare maschili varia dagli 800 ai 1100 metri, per
quelle femminili dai 500 agli 800 metri. Prima della gara è
indispensabile partecipare alle prove cronometrate sul tracciato
per constatarne la consistenza e la duttilità. Il super-g
può essere paragonato ad una via di mezzo tra la discesa
libera e lo slalom gigante. Le gare di supergigante maschile si
svolgono su un dislivello che varia dai 500 ai 650 metri. Quello
delle gare femminili varia invece dai 400 ai 600 metri. Il tracciato
è segnalato con porte blu e rosse che, per le gare maschili
devo essere almeno 35, 30 in quelle femminili. Spettacolare quasi
quanto la discesa libera, è leggermente più "lento"
a causa della dislocazione più precisa delle porte che costringe
l'atleta ad affrontare numerosi cambi di direzione e di pendenza
alle volte anche a velocità abbastanza sostenute. Nello slalom
gigante le porte sono collocate in posizione più ravvicinata
rispetto a quelle delle prove veloci, ed è quindi necessario
un grande controllo degli sci e rapidità nell'eseguire i
continui cambi di direzione. Il dislivello tra partenza e arrivo
varia dai 300 ai 450 metri per la parte maschile, per le gare femminili
dai 300 ai 400 metri. La gara si disputa in due manche sulla stessa
pista, ma tracciate in maniera differente. Il numero delle porte
si ricava dalla percentuale tra l'11 e il 15% del dislivello relativo.
In particolare sono in numero compreso tra 56 e 70 per gli uomini
e tra 46 e 58 per le donne. durante la seconda manche l'ordine di
partenza è fissato in base all'inversione dei primi 30 classificati
nella prima, o in casi particolari dei primi 15 classificati. Nello
slalom speciale, la più lenta fra le quattro discipline,
ma anche quella che richiede in modo determinate la prontezza di
riflessi per affrontare gli innumerevoli cambi di direzione, il
dislivello della pista può variare dai 180 ai 220 metri per
la prova maschile, dai 140 ai 200 metri nella prova femminile. La
gara si svolge in due manche sulla stessa pista ma con differenti
tracciati, seguendo le stesse modalità dello Slalom Gigante.
Le porte del tracciato devono essere comprese tra un numero di 55
e 75 per gli uomini e tra 40 e 60 per le donne. Molto strette tra
loro, impegnano l'atleta in agilità e destrezza per evitare
l'inforcata. Le piste delle gare di slalom sono piuttosto ripide,
con neve molto dura, spesso ghiacciata artificialmente. La combinata
è determinata dall'unione di una discesa libera e uno slalom
speciale. La classifica viene stilata in base alla somma dei tempi
finali delle due prove. Questa specialità esalta le doti
di polivalenza dell'atleta, in quanto si gareggia tra due discipline
agli antipodi fra loro. |
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.:La Storia
dello Sci di Fondo:. |
Lo scialpinismo
è l’origine dello sci stesso perché, fino alla
nascita delle stazioni invernali con impianti, prima del secondo
conflitto mondiale, per scendere occorreva salire con pelli di foca
o cordini applicati alla soletta. Tra gli anni Settanta e Ottanta
è esploso come sport, restando però fenomeno di nicchia.
Oggi lo scialpinismo è nuovamente alla ribalta e quello competitivo
sta riscuotendo successo, come dimostrano gare quali il Pierra Menta
e il Trofeo Mezzalama.Marcel Louis Kurz (Neuchâtel 1887-1967),
personalità poliedrica, fu valente musicista, esploratore,
ma soprattutto fu il pioniere dello ski-alp moderno. Lavorò
dapprima per l'Istituto Topografico Federale Svizzero e poi come
libero professionista. Appassionato della montagna invernale abbracciò
subito la nascente moda dello scialpinismo e, con i rudimentali
mezzi di allora compì importanti imprese. In particolare,
nel 1907, salì per la prima volta con gli sci il Gran Combin.
Fra il 1907 e il 1920, spesso con gli sci, ascese tutti i quattromila
del Vallese. Fu anche autore brillante di guide alpinistiche fra
cui la celeberrima "Guide des Alpes Valaisannes".La sua
opera fondamentale resta tuttavia il libro "Alpinisme hivernal",
nel quale egli ripercorre la storia dello scialpinismo partendo
dalle origini per arrivare fino alle grandi traversate. Il libro
fu stampato nel 1923 e fu per tutti gli alpinisti del tempo un testo
illuminante e per certi versi rivelatore. "Alpinisme hivernal"
segnò il definitivo affermarsi dello scialpinismo e la consacrazione
di quell'epopea alpina che vide, come scrisse lo stesso Kurz, una
"seconda conquista delle Alpi": quella effettuata nella
stagione invernale.Fra le più celebrate imprese dell'alpinista
elvetico si ricorda la traversata del massiccio del Bernina con
partenza e ritorno in giornata all'Ospizio del Passo del Bernina.
Da questo edificio, che avevano raggiunto con il trenino del Bernina,
il giorno 29 dicembre 1910 Marcel Kurz e Rudolf Staub partirono
per compiere la fantastica cavalcata che nel prodigioso tempo di
13 ore e mezza li portò a compiere il primo periplo sciistico
del massiccio del Bernina. L'impresa, con tanto di relazione tecnica,
è brillantemente riportata in "Alpinisme hivernal".E'
inoltre da attribuire un grande contributo allo sviluppo dello ski-alp
ai contrabbandieri di metà secolo, che grazie alla loro scelta
di vita potevano presentarsi alle gare con un certo allenamento
e ogni volta alzare il livello, destinato ad una svolta negli anni
70-80 con personaggi come Ugo De Gasperi e Giovanni Majori e a giungere
alle stelle negli anni 90 grazie ad un'attrezzatura più leggera
ed alla rivoluzione Greco-Meraldi.
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.:La Storia
del Telemark:. |
L’origine
etimologica del termine sci proviene dal settentrione europeo, precisamente
dalla Norvegia dove ski sta ad indicare un ceppo ricavato dalla
parte più stagionata del tronco e, per estensione, gli sci.Basandosi
su incisioni rupestri e reperti archeologici, gli studiosi fanno
risalire l’invenzione degli sci ad un’epoca compresa
fra il 4000 e il 2500 a. C. e li situano nelle terre settentrionali
della penisola scandinava e della regione russa, fra il Lago Onega
e il Mar Bianco.Nei paesi scandinavi lo sci era usato come mezzo
di trasporto e locomozione. Per questo motivo l'attacco doveva essere
mobile per facilitare la scivolata sulle immense distese di neve
tipiche di quei Paesi. La tecnica fondamentale consisteva nell'odierno
passo alternato dello sci di fondo. Lo sci diventava poi motivo
di incontro e di sfida nelle giornate di festa: si gareggiava prevalentemente
nel fondo e nel salto dal trampolino.Verso la metà dell'800
Sondre Norheim, falegname della regione Telemark, sperimentò
vari sistemi di rallentamento e di cambiamento della direzione,
utilizzando l’appoggio su un unico bastone, una variante del
quale è la frenata a raspa. Sempre dalla Norvegia, giunge
il suggerimento per la tecnica di curva e frenata in velocità
costituita dal movimento a Telemark con il quale i saltatori nordici
concludevano il salto.Nasceva così la possibilità
di affrontare anche le discese, fino ad allora tabù, e questo
consentì la diffusione del Telemark anche in quelle zone
prive di grandi distese pianeggianti, come le Alpi. In seguito,
l'assenza dei tratti in piano caratteristica del territorio norvegese,
insieme all'esigenza di sviluppare le attrezzature per raggiungere
maggiori velocità, indussero il bloccaggio del tallone: lo
sci da fondo diventò così da discesa, dando vita allo
sci alpino. Si gridò alla morte del Telemark, che in effetti
scomparve dalle Alpi, rimanendo però ben radicato in Norvegia,
dove qualche anno fa venne rivalutato da alcuni sciatori americani,
i quali ne apprezzarono soprattutto la versatilità: con un'unica
attrezzatura si può fare fondo, discesa, sci alpinismo e
anche il salto. Inoltre grazie al tipo di scarponi si può
camminare molto comodamente.Il Telemark, si prepara a riconquistare
lo spazio che merita nel panorama di un mondo dove la tecnologia
e le novità hanno preso il sopravvento, producendo attrezzi
sempre più sofisticati, località sempre più
all'avanguardia e addirittura piste al coperto.
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