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Abruzzo neve è un sito amatoriale creato per avere a portata di mano i link più importanti del mondo della neve abruzzese....

 

 .:Mercatino dell'Usato:.

 

Vendo:

-Scarponi da scialpinismo Nordica TR9
Caratteristiche tecniche:
3 ganci più fascia velcro
Canting laterale (personalizzazione inclinazione laterale dello scarpone)
Suola vibram
Maccanismo SKI/WALK
Scarpetta interna regolabile con lacci

Misura: 45.5 (equivale a 30 mondopoint)
Lo scarpone è stato usato per circa 10 uscite ed e in ottime condizioni
(suola intatta), presenta solo graffi derivati dall’uso.
Scarpone che assicura ottime prestazioni in discesa ideale per iniziare l’
attività scialpinistica.

-Guanti in goretex Invicta Thermolite. Disponibile ad inviare foto.
Prezzo scarponi + guanti: € 60+ € 30= € 90
tel 3400667146 Stefano, ore pasti.

 
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 .:La storia dello Snowboard:.
Quella dello Snowboard è una storia recente che ha origine negli Stati Uniti.
Era la metà degli anni ’60 quando un gruppo di amanti del surf da onda si resero conto cercando un’alternativa invernale dell’affinità esistente tra le onde del mare e i pendii innevati delle Rocky Mountains. L’origine dello snowboard è strettamente collegata a quella del suo attrezzo, la tavola.I primi tentativi non furono molto esaltanti, nel 1965 Sherman Popper unendo 2 sci tra loro creò la prima tavola rudimentale, ma la tenacia degli snowboarder portò a perfezionare le forme dell’attrezzo fino a renderlo sufficientemente controllabile.Le prime tavole costruite erano in legno dotate di fasce fermapiedi simili alle strap da windsurf, sistemate in posizione molto arretrata con una corda fissata alla punta che serviva al surfista per mantenere l’equilibrio; in qualche caso proprio come una tavola da surf era presente una piccola pinna. A causa della totale assenza di lamine, queste tavole primitive potevano essere utilizzate solo sulla neve fresca. Malgrado questo però lo snowboard cominciò a diffondersi molto rapidamente anche grazie alle emozioni che offriva a chi riusciva a controllare questo strumento.
BURTON, LA RIVOLUZIONE
Nuovi e rivoluzionari prototipi furono introdotti da un giovane appassionato di surf della East Coast durante i campionati annuali di “Snurfer” in Michigan; era il 1968 e quel giovane era Jake Burton! Di anno in anno Burton cominciò a migliorare le sue tavole quando nel 1977 realizza il suo sogno fondando la prima ditta produttrice di tavole da snowboard. La prima tavola fu prodotta in 350 pezzi venduti a 88 dollari. Insieme a Burton un grosso contributo lo offrirono Milovich che nel 1975 inventò la prima tavola che fletteva e Tom Sims vincitore del primo Mondiale in Colorado nel 1981 con tavole con lamine in acciaio.
L'AFFERMAZIONE NEGLI USA E L'ARRIVO IN EUROPA
L’utilizzo di materiali sempre più sofisticati, l’introduzione delle lamine e di attacchi sempre più affidabili portarono lo snowboard all'affermazione definitiva negli Stati Uniti e la conquista dell'attenzione dell’Europa. Le prime tavole si videro nelle piste francesi, svizzere e austriache per poi diffondersi qualche anno dopo anche in Italia. I primi snowboarder europei dichiararono di aver conosciuto la tavola grazie a dei filmati americani visti in TV.
LO SNOWBOARD MODERNO E LE OLIMPIADI
Lo snowboard moderno prende forma nella metà degli anni ’80 utilizzando lamine efficaci e rigide che permettevano di condurre la tavola anche su dei terreni più duri e ripidi e di effettuare curve molto precise. Le ditte americane Burton e Winterstick resero disponibili le prime tavole da snowboard di serie; furono messe anche a punto le prime tipologie di attacchi per scarponi da sci. La consacrazione definitiva arriva con le Olimpiadi Invernali di Nagano, in Giappone, del 1998: lo snowboard diventa finalmente disciplina olimpica.Non senza qualche recriminazione, molti famosi riders, come il grande Terje Haakonsen, infatti diedero forfait prendendo posizioni ufficiali supportati anche dai loro sponsor; le cause di questa contestazione furono le regole e l’idea che l’introduzione della nuova disciplina fosse solo un pretesto per creare un nuovo interesse verso le Olimpiadi che attiravano sempre meno pubblico. La prima volta dello snowboard all’Olimpiade invernale infatti ebbe un grandissimo successo: in quasi 10.000 giunsero in Giappone per assistere a quelle che sono state definite le gare più spettacolari dei giochi Olimpici Giapponesi! Proprio queste Olimpiadi si tinsero anche di azzurro, portando a casa la prima medaglia della storia olimpica italiana dello snowboard, grazie alla splendida prestazione dell’altoatesino Thomas Prugger che si aggiudicò l’argento nello Slalom Gigante.
IL POPOLO DELLO SNOWBOARD
Il popolo degli snowboarder è in costante crescita e coinvolge sempre più persone di diverse età, in Svizzera e Austria l’intera generazione di giovani sembrano ignorare lo sci a favore di questa nuova disciplina con un approccio di forte entusiasmo perché molto più vicina al loro spirito libero e innovatore.Lo snowboard rappresenta un modo diverso di vivere la montagna, diventando un vero e proprio stile di vita, con abitudini, abbigliamento e idoli propri.

 .:La Storia dello Sci Alpino:.
Nell'ambito non agonistico l'utilizzo degli sci risale a molti anni fa, introdotto principalmente come mezzo di trasporto e locomozione nelle zone nevose; per assistere alle prime gare, tuttavia, si è dovuto attendere fino a quando, a metà dell'Ottocento, Sondre Nordheim rivoluzionò lo sci facendone uno sport. La FIS (Federazione Internazionale Sci) è sorta nel 1924, e le prime Olimpiadi invernali rivolte a questo nuovo sport si sono svolte nel 1936 a Garmisch-Partenkirchen in Germania. Ogni anno, dal 1967 in poi, si tiene la Coppa del Mondo di sci, mentre i Campionati del Mondo venivano svolti ogni quattro anni in alternanza con le Olimpiadi invernali. Dal 1985 in poi, i Mondiali si svolgono ogni due anni. In Italia lo sci è gestito dalla FISI (Federazione Italiana Sport Invernali) che si occupa anche di tutte le discipline che hanno a che fare con la neve e la stagione invernale.Dalla metà degli anni settanta lo sci alpino è divenuto uno sport molto seguito e praticato. In America e in Europa sono state costruite numerose stazioni sciistiche attrezzate per ospitare decine di migliaia di turisti e appassionati che, a seconda delle loro capacità tecniche, praticano lo sci e seguono da tifosi gli eventi agonistici. Le località montane più famose ospitano infatti gli appuntamenti annuali della Coppa del Mondo oppure hanno talvolta ospitato la sede delle Olimpiadi e dei Mondiali.L'evoluzione dello sci alpino è stata sicuramente influenzata negli ultimi anni dai progressi che la ricerca tecnologica ha ottenuto nel migliorare le prestazioni sia di uomini che di materiali. Sia nelle discipline veloci sia in quelle tecniche, le attrezzature, dagli sci agli attacchi alle tute, hanno determinato cambiamenti sostanziali nella tecnica di sciata degli atleti: ad esempio, alla fine degli anni Settanta il passaggio dall'uso di paletti fissi per segnare le porte del tracciato nello slalom e, in misura minore, nel gigante, ai paletti snodati ha completamente modificato il modo di affrontare questi passaggi, un tempo aggirati dallo sciatore e da quel momento in poi più sbrigativamente scostati con un gesto dell'avambraccio, con un notevole vantaggio nella scelta della traiettoria più stretta e più veloce. Allo stesso modo, la composizione chimica delle scioline è divenuta spesso determinante per il successo di una gara, soprattutto nella discesa libera, dove la maggiore o minore scorrevolezza dello sci sulla neve si concretizza in decimi di secondo di vantaggio o di ritardo.

.:Le Specialità dello Sci Alpino:.
La discesa libera è sicuramente la più spettacolare specialità presente nella rosa dello sci alpino. I discesisti si lanciano senza alcun timore dalla partenza all'arrivo "a uovo", ovvero in posizione raccolta, ricercando la massima aerodinamicità: tentano di individuare le traiettorie più brevi e incisive ai fini del tempo di gara e lasciano correre gli sci per creare il minor attrito possibile con la neve, raggiungendo velocità a volte superiori ai 120 km/h. Il dislivello della pista nelle gare maschili varia dagli 800 ai 1100 metri, per quelle femminili dai 500 agli 800 metri. Prima della gara è indispensabile partecipare alle prove cronometrate sul tracciato per constatarne la consistenza e la duttilità. Il super-g può essere paragonato ad una via di mezzo tra la discesa libera e lo slalom gigante. Le gare di supergigante maschile si svolgono su un dislivello che varia dai 500 ai 650 metri. Quello delle gare femminili varia invece dai 400 ai 600 metri. Il tracciato è segnalato con porte blu e rosse che, per le gare maschili devo essere almeno 35, 30 in quelle femminili. Spettacolare quasi quanto la discesa libera, è leggermente più "lento" a causa della dislocazione più precisa delle porte che costringe l'atleta ad affrontare numerosi cambi di direzione e di pendenza alle volte anche a velocità abbastanza sostenute. Nello slalom gigante le porte sono collocate in posizione più ravvicinata rispetto a quelle delle prove veloci, ed è quindi necessario un grande controllo degli sci e rapidità nell'eseguire i continui cambi di direzione. Il dislivello tra partenza e arrivo varia dai 300 ai 450 metri per la parte maschile, per le gare femminili dai 300 ai 400 metri. La gara si disputa in due manche sulla stessa pista, ma tracciate in maniera differente. Il numero delle porte si ricava dalla percentuale tra l'11 e il 15% del dislivello relativo. In particolare sono in numero compreso tra 56 e 70 per gli uomini e tra 46 e 58 per le donne. durante la seconda manche l'ordine di partenza è fissato in base all'inversione dei primi 30 classificati nella prima, o in casi particolari dei primi 15 classificati. Nello slalom speciale, la più lenta fra le quattro discipline, ma anche quella che richiede in modo determinate la prontezza di riflessi per affrontare gli innumerevoli cambi di direzione, il dislivello della pista può variare dai 180 ai 220 metri per la prova maschile, dai 140 ai 200 metri nella prova femminile. La gara si svolge in due manche sulla stessa pista ma con differenti tracciati, seguendo le stesse modalità dello Slalom Gigante. Le porte del tracciato devono essere comprese tra un numero di 55 e 75 per gli uomini e tra 40 e 60 per le donne. Molto strette tra loro, impegnano l'atleta in agilità e destrezza per evitare l'inforcata. Le piste delle gare di slalom sono piuttosto ripide, con neve molto dura, spesso ghiacciata artificialmente. La combinata è determinata dall'unione di una discesa libera e uno slalom speciale. La classifica viene stilata in base alla somma dei tempi finali delle due prove. Questa specialità esalta le doti di polivalenza dell'atleta, in quanto si gareggia tra due discipline agli antipodi fra loro.

 .:La Storia dello Sci di Fondo:.
Lo scialpinismo è l’origine dello sci stesso perché, fino alla nascita delle stazioni invernali con impianti, prima del secondo conflitto mondiale, per scendere occorreva salire con pelli di foca o cordini applicati alla soletta. Tra gli anni Settanta e Ottanta è esploso come sport, restando però fenomeno di nicchia. Oggi lo scialpinismo è nuovamente alla ribalta e quello competitivo sta riscuotendo successo, come dimostrano gare quali il Pierra Menta e il Trofeo Mezzalama.Marcel Louis Kurz (Neuchâtel 1887-1967), personalità poliedrica, fu valente musicista, esploratore, ma soprattutto fu il pioniere dello ski-alp moderno. Lavorò dapprima per l'Istituto Topografico Federale Svizzero e poi come libero professionista. Appassionato della montagna invernale abbracciò subito la nascente moda dello scialpinismo e, con i rudimentali mezzi di allora compì importanti imprese. In particolare, nel 1907, salì per la prima volta con gli sci il Gran Combin. Fra il 1907 e il 1920, spesso con gli sci, ascese tutti i quattromila del Vallese. Fu anche autore brillante di guide alpinistiche fra cui la celeberrima "Guide des Alpes Valaisannes".La sua opera fondamentale resta tuttavia il libro "Alpinisme hivernal", nel quale egli ripercorre la storia dello scialpinismo partendo dalle origini per arrivare fino alle grandi traversate. Il libro fu stampato nel 1923 e fu per tutti gli alpinisti del tempo un testo illuminante e per certi versi rivelatore. "Alpinisme hivernal" segnò il definitivo affermarsi dello scialpinismo e la consacrazione di quell'epopea alpina che vide, come scrisse lo stesso Kurz, una "seconda conquista delle Alpi": quella effettuata nella stagione invernale.Fra le più celebrate imprese dell'alpinista elvetico si ricorda la traversata del massiccio del Bernina con partenza e ritorno in giornata all'Ospizio del Passo del Bernina. Da questo edificio, che avevano raggiunto con il trenino del Bernina, il giorno 29 dicembre 1910 Marcel Kurz e Rudolf Staub partirono per compiere la fantastica cavalcata che nel prodigioso tempo di 13 ore e mezza li portò a compiere il primo periplo sciistico del massiccio del Bernina. L'impresa, con tanto di relazione tecnica, è brillantemente riportata in "Alpinisme hivernal".E' inoltre da attribuire un grande contributo allo sviluppo dello ski-alp ai contrabbandieri di metà secolo, che grazie alla loro scelta di vita potevano presentarsi alle gare con un certo allenamento e ogni volta alzare il livello, destinato ad una svolta negli anni 70-80 con personaggi come Ugo De Gasperi e Giovanni Majori e a giungere alle stelle negli anni 90 grazie ad un'attrezzatura più leggera ed alla rivoluzione Greco-Meraldi.

 .:La Storia del Telemark:.
L’origine etimologica del termine sci proviene dal settentrione europeo, precisamente dalla Norvegia dove ski sta ad indicare un ceppo ricavato dalla parte più stagionata del tronco e, per estensione, gli sci.Basandosi su incisioni rupestri e reperti archeologici, gli studiosi fanno risalire l’invenzione degli sci ad un’epoca compresa fra il 4000 e il 2500 a. C. e li situano nelle terre settentrionali della penisola scandinava e della regione russa, fra il Lago Onega e il Mar Bianco.Nei paesi scandinavi lo sci era usato come mezzo di trasporto e locomozione. Per questo motivo l'attacco doveva essere mobile per facilitare la scivolata sulle immense distese di neve tipiche di quei Paesi. La tecnica fondamentale consisteva nell'odierno passo alternato dello sci di fondo. Lo sci diventava poi motivo di incontro e di sfida nelle giornate di festa: si gareggiava prevalentemente nel fondo e nel salto dal trampolino.Verso la metà dell'800 Sondre Norheim, falegname della regione Telemark, sperimentò vari sistemi di rallentamento e di cambiamento della direzione, utilizzando l’appoggio su un unico bastone, una variante del quale è la frenata a raspa. Sempre dalla Norvegia, giunge il suggerimento per la tecnica di curva e frenata in velocità costituita dal movimento a Telemark con il quale i saltatori nordici concludevano il salto.Nasceva così la possibilità di affrontare anche le discese, fino ad allora tabù, e questo consentì la diffusione del Telemark anche in quelle zone prive di grandi distese pianeggianti, come le Alpi. In seguito, l'assenza dei tratti in piano caratteristica del territorio norvegese, insieme all'esigenza di sviluppare le attrezzature per raggiungere maggiori velocità, indussero il bloccaggio del tallone: lo sci da fondo diventò così da discesa, dando vita allo sci alpino. Si gridò alla morte del Telemark, che in effetti scomparve dalle Alpi, rimanendo però ben radicato in Norvegia, dove qualche anno fa venne rivalutato da alcuni sciatori americani, i quali ne apprezzarono soprattutto la versatilità: con un'unica attrezzatura si può fare fondo, discesa, sci alpinismo e anche il salto. Inoltre grazie al tipo di scarponi si può camminare molto comodamente.Il Telemark, si prepara a riconquistare lo spazio che merita nel panorama di un mondo dove la tecnologia e le novità hanno preso il sopravvento, producendo attrezzi sempre più sofisticati, località sempre più all'avanguardia e addirittura piste al coperto.
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